Processo ad Amanda Knox e la giustizia spettacolo

In Italia non si va più a teatro;  ma ai processi si!

Ricordiamo tutti la folla fuori dai tribunali per assistere al processo di Cogne. Centinaia di persone, divise fra innocentisti e colpevolisti che, nell’attesa della fila o all’uscita, descrivevano Annamaria Franzoni come si fa con le star da red carpet.

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Con la stessa formula si sta svolgendo a Perugia, a porte aperte, il processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. I due, accusati di concorso in omicidio, compiuto a Perugia la notte tra il primo e il 2 novembre del 2007, e violenza sessuale nei confronti di Meredith KercherRaffaele Sollecito, 24 anni, originario di Giovinazzo, e Amanda Marie Knox, 22 anni, di Seattle, a carico dei quali è cominciato stamani il processo davanti alla Corte d’assise di Perugia. L’ingresso del pubblico, accordato dalla Corte d’Assise che non ha invece autorizzato le riprese audio-video. Riguardo alle porte chiuse il collegio si e’ riservato comunque una valutazione sui singoli atti da svolgere. Ammessi in aula, invece, i giornalisti e i fotografi

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Personalmente inizio a chiedermi quale sia il confine dell’informazione rispetto allo spettacolo. Il pubblico è talmente abituato al reality che, i giornalisti, per catturare anch’essi il picco d’ascolto, inseriscono elementi e termini che rendano la vicenda sempre più accattivante e simile ad un format.  “Vediamo la casa”, comunemente farebbe pensare al Grande Fratello, ma poi, guardando bene lo schermo, ti accorgi che è il plastico dell’abitazione dove ha avuto luogo una tragedia.

Speriamo non si inizi mai ad uccidere per nomination… aspetto i vostri pareri…

~ di chriup su 16 gennaio 2009.

4 Risposte to “Processo ad Amanda Knox e la giustizia spettacolo”

  1. Il confine tra informazione e spettacolo in realtà non esiste, altrimenti non si avrebbe un tale sovraccarico di informazioni ridondanti. Semmai è bene chiedersi quale sia il confine tra buona informazione (puntuale, precisa, limitata al necessario) e cattiva informazione (ridondante, defocalizzata e morbosa). Ed è inutile dire che il limite è chiaro e troppo spesso superato. Buon lavoro ragazzi!

  2. L’ossessione tutta nostrana per la cronaca nera (file per assistere al processo, apoteosi della carta stampata, 58 milioni di criminologi da bar) credo dipenda molto da due tratti caratteriali italioti:
    * Voyeurismo;
    * Quel certo non-so-che che fa commentare “meglio loro che noi” e che, di fronte alle varie Franzoni, Rose e Olindi, Erike e Omar & affini, fa sentire lo spettatore a casa “così buono” perché non ha mai fatto niente di simile…

    Ps. posso linkare il tuo blog?

  3. @Jiuliette
    Ma certo che puoi…anzi se mi dai l’indirizzo del tuo, ricambio il favore.
    Il tuo commento non è niente male davvero.

  4. tutta colpa di Cartesio!finch si considerano corpo e mente (soma e psihce) come due entit distinte e separate non ci sar mai pace, sar sempre come se l’una tentasse di dominare l’altra.ma psihce e soma sono una squadra, lavorano insieme, sono l’una fusa nell’altra. la psihce ascolta il soma e ne comunica i vissuti e il soma comunica quello che la psihce delle volte non sa dire; il problema si pone quando si privilegia l’una a discapito dell’altra.chi d troppo peso al corpo (o all’apparenza) spesso finisce per essere vuoto, superficiale, freddo, gode solo di ci che di materiale la vita offre, rimanendo intrappolato nella materia.chi d troppo peso alla mente (o all’interiorit ) risulta frustrato perch non ascolta i bisogni del suo corpo, passa il tempo a “masturbarsi” mentalmente, a ruminare sui pensieri, poco realista e non si gode i piaceri della vita.non siamo esseri fatti n di solo corpo n di sola mente, siamo esseri integrati e come tali dovremmo vivere.

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